Sunday 21 December 2025 - 18:47
Il sionismo non rappresenta l’ebraismo: gli ebrei abbandonino Israele

Il rabbino Dovid Feldman, esponente del gruppo religioso ebraico ortodosso Neturei Karta, ha ribadito la distinzione sostanziale tra ebraismo e sionismo, affermando che le azioni compiute contro il popolo palestinese non hanno alcun fondamento nella religione ebraica e rivolgendo un appello ai giovani ebrei affinché abbandonino Israele.

Agenzia Hawzah News – Il rabbino Dovid Feldman, membro dell’organizzazione religiosa internazionale Neturei Karta, ha illustrato, in un’intervista al portale Arabi21, la posizione dell’ebraismo sulla situazione in Palestina, sottolineando che l’ebraismo, in quanto religione divina, è radicalmente distinto dal sionismo, movimento politico estraneo agli insegnamenti della Torah.

Nel corso dell’intervista, Feldman ha affermato che quanto avviene in Palestina costituisce non solo una grave violazione del diritto internazionale e dei principi universali dei diritti umani, ma anche un crimine dal punto di vista dell’ebraismo. Egli ha precisato che l’uccisione di civili, l’oppressione di un popolo e l’appropriazione della terra altrui sono azioni incompatibili con la legge religiosa ebraica, in particolare quando colpiscono il popolo palestinese, che per secoli ha garantito agli ebrei protezione e convivenza pacifica in quella terra.

Il rabbino ha quindi respinto con decisione l’idea che lo Stato di Israele rappresenti l’insieme degli ebrei nel mondo, affermando che ampi settori dell’ebraismo globale rifiutano le politiche israeliane e considerano tali azioni una profanazione del nome di Dio e una fonte di pericolo per gli stessi ebrei. L’attribuzione di queste azioni all’ebraismo, ha sottolineato, espone le comunità ebraiche nel mondo a odio, insicurezza e violenze.

Soffermandosi sulla distinzione tra ebraismo e sionismo, Feldman ha spiegato che l’ebraismo è una religione fondata sull’obbedienza ai comandamenti divini e sul principio della giustizia, priva di nazionalismo e di ambizioni politiche, mentre il sionismo è un’ideologia secolare, nata in ambienti estranei alla pratica religiosa, che fa un uso strumentale di simboli e concetti ebraici per legittimare azioni espressamente proibite dalla stessa religione.

Il rabbino ha inoltre richiamato l’attenzione sulla condizione dei giovani ebrei religiosi nei territori occupati, osservando che molti di loro rifiutano il servizio militare per motivi di coscienza religiosa e vengono per questo criminalizzati e perseguiti dalle autorità israeliane. In tale contesto, Feldman ha rivolto un appello diretto ai giovani ebrei residenti in Israele, invitandoli a lasciare i territori occupati dal regime sionista di Tel Aviv e affermando che la prosecuzione della guerra e dell’occupazione mette a rischio la loro vita, l’integrità spirituale e la stessa identità religiosa.

In merito alle prospettive politiche, il rabbino ha affermato di non sostenere l’attuale proposta di soluzione a due Stati, poiché essa non garantisce una giustizia effettiva né è in grado di porre fine all’occupazione. Ha invece invocato la cessazione completa dell’occupazione sionista, la piena restituzione dei diritti al popolo palestinese e il ritorno di tutti i rifugiati, sottolineando che spetta agli abitanti originari della Palestina decidere liberamente la forma di governo del proprio Paese.

In conclusione, Feldman ha richiamato con forza un innegabile dato storico, affermando che per lunghi secoli, sotto governi musulmani, ebrei e musulmani hanno vissuto insieme in condizioni di sicurezza, dignità e rispetto reciproco. Ha quindi ribadito che un futuro autenticamente fondato sulla giustizia, sulla pace e sulla convivenza non può essere edificato attraverso il sionismo, ma esclusivamente mediante il suo abbandono e il ritorno ai principi etici e spirituali genuini delle religioni divine, principi volti alla tutela della vita umana, della giustizia e della dignità di tutti i popoli.

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